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LA ROCCA UBALDINESCA 

Libretto in italiano —> https://roccaubaldinesca.it/wp-content/uploads/2022/11/Libretto-ITALIANO.pdf

Le Marche offrono tanti luoghi davvero magici e storicamente legati all’arte alchemica. Uno di questi, se non il più importante in assoluto è la Rocca Ubaldinesca, una fortificazione dell’epoca rinascimentale nel Comune di Sassocorvaro Auditore (in provincia di Pesaro e Urbino), nel Montefeltro.
Quello che colpisce da subito è la sua forma: la pianta della Rocca è infatti a forma di tartaruga, simbolo esoterico e alchemico. Negli scritti alchemica e nelle raffigurazioni spesso ricorre come simbolo di perseveranza e saggezza. Nella Rocca è la firma del conte Ottaviano Ubaldini, signore di Sassocorvaro, “principe italiano dell’astrologia”.

Lenta, paziente e longeva. Come l’approccio dell’alchimista. Un piastrone ventrale ben connesso al terreno sottostante, un carapace dorsale rivolto alle stelle. In mezzo: la vita. Una forma particolare, quella della tartaruga, soprattutto se riprodotta nell’architettura di un edificio.

Inizialmente nata come fortilizio, progettato da Francesco di Giorgio Martini a protezione dalle incursioni di Sigismondo Malatesta, venne affidata a Ottaviano degli Ubaldini della Carda, che ne modificò la natura, rendendola una residenza filosofale, centro e simbolo dell’ermetismo rinascimentale. 

Nel bassorilievo in pietra, presente nel Palazzo Ducale di Urbino (opera dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini), troviamo raffigurati i fratelli Federico e Ottaviano, figli di Bernardino Ubaldini della Carda (capitano delle truppe dei Montefeltro) e di Aura (figlia di Guidantonio da Montefeltro). Il Conte Guidantonio, non avendo figli maschi, per scongiurare la perdita del ducato, riconobbe ufficialmente il nipote Federico, come suo diretto e legittimo figlio.

La diarchia di questi due fratelli rappresenta la rebis alchemica, il perfetto connubio tra l’azione e la stasi, l’arte militare e la filosofia, il viaggio e la dimora. Complementari e fondamentali l’uno per l’altro.

 

E mentre Federico si occupava delle cose del Mondo e dell’arte militare, tra le mura della fortezza, Ottaviano studiava il linguaggio della natura, cercando di descriverne le leggi, carpirne i segreti e riprodurli in laboratorio. Gli scorci di cielo, i Greenmen sui camini ti rendono parte di un percorso iniziatico verso la conoscenza. Un’architettura interna fatta di innumerevoli soglie da superare, scale da ascendere, corridoi da percorrere: perché nella Rocca Ubaldinesca tutto è concepito come percorso di apprendimento e l’iniziazione ai misteri della natura richiede fatica e lentezza. Percorso caratterizzato dalla resilienza, dal ritmo lento tipico dei cambiamenti secondo natura. Ritmo, proprio appunto, della tartaruga. 

L’edificio infatti aveva due scopi: da un lato si offriva come una struttura militare; dall’altro invece è concepito come una “Dimora filosofale”, una “Casa dello Spirito”, in cui si veniva formati a una vita da umanisti, più che da soldati. 

Il Prof. Silvano Tiberi che ci ha accompagnati durante la nostra visita con tutte le allieve dell’Accademia lo ha definito giustamente un grande “libro di pietra”, ricco di elementi simbolici, da sfogliare attentamente alla ricerca dei significati nascosti. Dai soffitti, ai pavimenti, all’architettura sino ai rilievi. Sin dall’ingresso abbiamo percepito di essere entrate in un’accademia per alchimisti-umanisti: la porta d’ingresso infatti è molto piccola, tanto che per accedere, bisogna piegare la testa, in un atto di umiltà, lo stesso che serve per accedere alla Grande Opera. 

La forma compatta e impenetrabile della tartaruga è infatti anche simbolo della pietra filosofale, di ardua lavorazione. La sua tipica lentezza è emblema dei tempi lunghi richiesti all’alchimista per poter portare a termine la Grande Opera.

La Tartaruga è posta tra le due parti, una superiore e l’altra inferiore della sua corazza, come l’Uomo è posto fra il Cielo e la Terra.

L’intera corazza è perciò simbolo dell’Universo, in sintonia con il principio ermetico del “come in alto così in basso”.

Presso i Greci la tartaruga era associata a Ermes (Mercurio), che per primo ne utilizzò il carapace per farne una cetra; questa trasformazione riassume tutta l’arte dell’alchimia.

 

“La Corazza della Tartaruga esprime simbolicamente il carattere di resistenza che si vuole attribuire alla fortificazione.”

Francesco di Giorgio Martini


La Rocca ospita anche un laboratorio alchemico con alambicchi e strumenti della  Grande Opera e anche una biblioteca che contiene circa 2000 volumi di genere esoterico proprio a rendere evidente la sua innata vocazione.

Il 23 Novembre del 2019 è nato all’interno della Rocca un museo della Alchimia, il terzo in Italia dopo la Casa museo dell’alchimista di Valdenogher (Belluno) e il Museo dedicato a Giano Lacinio di Cirò (Crotone). Vale la pena di raccontare la genesi di questo museo: l’11 aprile 2018 si gira a San Leo una puntata di Linea Verde. Conduttore è il popolare personaggio televisivo Patrizio Roversi, che nell’occasione intervista Marco Rocchi (docente all’università di Urbino, già Maestro Venerabile della Loggia Antonio Jorio di Pesaro e studioso di storia della alchimia) sulla figura di Cagliostro. Fuori dal set le chiacchiere si spostano sulla figura di Enrico Guidazzi, alchimista di Cervia da poco scomparso, la cui strumentazione alchemica è stata acquisita dal medico e spagirista bolognese Erus Sangiorgi, che la metterebbe volentieri a disposizione del pubblico e degli studiosi. Rocchi propone allora la Rocca di Sassocorvaro, una vera dimora filosofale (in pianta la rocca ha la significativa forma di tartaruga) voluta dal mago e alchimista Ottaviano degli Ubaldini. A quel punto si giunge a un entusiastico accordo tra il dottor Sangiorgi, la Pro loco di Sassocorvaro e la famiglia di Guidazzi, che decide di mettere anche a disposizione l’intera biblioteca astrologico-alchemica di Enrico. 

E chissà quali misteri contiene ancora tra le sue mura? Quanti segreti da scoprire contiene questa Rocca che lenta, saggia e solida come una tartaruga attraversa i secoli?

Fonte: https://www.loquis.com

https://www.grandeoriente.it/il-23-novembre-a-sassocorvaro-si-inaugura-il-museo-dellalchimia/

 

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