LE GROTTE DI FRASASSI: UN TESORO CRISTALLINO OLTRE TEMPO
Un mondo senza stelle, indifferente alle stagioni, punteggiato di laghetti che echeggiano del suono delle gocce che cadono dalle stalattiti e ornato da fiori di cristalli creati da millenni di lento scorrere dell’acqua e di colate di bianca calcite.
Questa è la miglior descrizione che si possa fare delle Grotte di Frasassi.
In questo luogo possiamo conoscere la luce in ogni sua forma. Nei nostri studi in Accademia, sappiamo quanto sia fondamentale il suo ruolo per la vita di ogni cosa e per il viaggio di ogni anima.
In questo spazio segreto, celato, silenzioso, nel cuore della Madre Terra, possiamo assaporare veramente il senso dei due aspetti fondamentali della luce. Da un lato le grotte ci offrono il senso dell’oscurità, mentre ogni formazione cristallina svela la luminosità di un bianco incandescente ed emozionante.
Qui si assapora il buio delle grandi sale e delle gallerie che, scolpite nelle viscere della montagna, formano una delle più ampie ed estese grotte italiane. Si parte dalla Sala Ancona, sulla cui volta si può osservare ancora il foro dell’abisso da cui scesero i primi esploratori.
Nel 1971 un gruppo di giovani provenienti dalla città di Jesi venne attirato da una forte corrente d’aria che fuoriusciva proprio da questa piccola apertura. Dopo circa un mese di lavori per ampliare il passaggio, oltrepassarono quella che sarà definita la “Strettoria del tarlo”. Da quel momento fu resa accessibile una fitta rete di gallerie, cunicoli, pozzi e grotte per una lunghezza di circa 5 km. Qualche mese dopo Rolando Silvestri trovò un piccolo imbocco alle pendici nord del monte Vallemontagnana e dopo l’ingresso in una piccola sala, arrivò ad una grotta ben più ampia e profonda, oltre 100 metri secondo i calcoli effettuati dopo il lancio di un sasso. E quella fu battezzata la Grotta Grande del Vento.
Muniti di attrezzatura necessaria con una nuova spedizione il Gruppo Speleologico si calò nell’enorme grotta sottostante a cui venne dato appunto il nome di Abisso (o Sala) Ancona. Si creò così un enorme labirinto di ambienti sotterranei che si susseguono incessantemente per oltre 13 km: la Condotta dei fabrianesi.
Da quel piccolo primo foro iniziò il viaggio di scoperta, un’esperienza simile all’iniziazione dell’alchimista. Un primo passo attraverso un portale di conoscenza che stupisce ad ogni passo.
Nessuno di loro si sarebbe mai immaginato tutta questa meraviglia: un piccolo passaggio che conduce all’enorme meraviglia della vita. Questo concetto tornerà ancora e lo approfondiremo nella trattazione della Rocca Ubaldinesca, altro fiore all’occhiello della Ragione Marche.
E che cosa altro è questo meraviglioso spazio se non una Cattedrale nel ventre della terra? Un luogo in cui la natura si fa arte e scultura: bizzarrie di carbonato di calcio, ossido di ferro e magnesio che in migliaia di anni, con microscopiche goccioline ricche di minerali, hanno creato forme incredibili.
Durante la nostra visita, le passerelle e la guida ci hanno condotti lungo 1.5 km tra l’Abisso Ancona all’ingresso, la Sala dei Duecento, il Gran Canyon, la Sala delle Candeline, quella Bianca, quella dell’Orso e poi dell’Infinito. Una cosa ci ha profondamente impressionati: una volta entrati si perde completamente la misura, la distanza, il senso delle proporzioni. E questo in qualche modo offre l’opportunità di tornare bambini, ricchi di stupore e affascinati dalla grandezza e dalla maestosità della Madre Terra.
Ognuno, nelle Grotte, può trovare il suo posto preferito, il suo spazio dedicato e prescelto. Perché ogni passaggio, ogni stanza, parla un suo linguaggio, comunica in modi diversi.
Parlano anche attraverso la Vita che esse stesse generano e mantengono: in questo monumento naturale, Patrimonio dell’Unesco, sono state ad oggi segnalate 67 specie di fauna di cui 15 di invertebrati. Anche in questo difficile ambiente ipogeo la vita non si ferma, ma si modifica per creare una grande quantità di esseri viventi.
E questa emozione da vivere continua anche fuori dalle Grotte, nell’enormità della Gola di Frasassi dove architetti del passato, ispirati dal paesaggio roccioso e severo, hanno edificato luoghi di pace e spiritualità.
Da una parte, in armonia con la natura circostante, si incontra l’Abbazia di San Vittore delle Chiuse; dall’altra, nell’antro della Grotta del Mezzogiorno, spicca il piccolo tempietto neoclassico di Valadier.

